Le principali riserve sono
concentrate nel fegato (ferro
trivalente) e nella milza (ferro
bivalente).
L’organismo della donna contiene
meno ferro di quello dell’uomo. La
donna, già dall’adolescenza, con la
comparsa delle mestruazioni e con la
perdita significativa di sangue,
subisce una considerevole perdita di
ferro dato che l’80 % di tale
minerale presente nell’organismo si
trova nei globuli rossi del sangue.
Alcuni ricercatori affermano che la
quantità di ferro che una donna
perde durante le mestruazioni é di
circa 0.7-2 milligrammi al giorno.
Nella donna in gravidanza, negli
ultimi 4 mesi di gestazione, il
ferro viene trasferito in forti
quantitativi al feto e alla
placenta. Al momento della nascita
del bambino, la madre perde, con il
sangue, forti quantità di ferro.
La gravidanza assottiglia a zero le
riserve di ferro, é perciò
indispensabile somministrare un
supplemento del minerale per
prevenirne la carenza.
Il ferro si perde anche durante
l’allattamento; le perdite di ferro
subite da una donna che allatta
possono essere stimate circa in
0,5-1 milligrammo al giorno.
Per conservare le riserve di ferro
del nostro corpo e per prevenirne le
perdite che potrebbero causare
un’anemia si deve ben curare
l’alimentazione.
Il Ferro é un componente essenziale
dell’emoglobina,
Oltre all’emoglobina, che trasporta
l’ossigeno dai polmoni ai tessuti,
il ferro forma la mioglobina,
anch’essa rossa, che immagazzina
l’ossigeno nei muscoli, i citocromi,
che assicurano la respirazione
cellulare, e la catalasi che
partecipa alla difesa dai microbi.
Sia l’emoglobina che la mioglobina
hanno bisogno di enormi quantità di
ferro .
Il ferro esiste in natura in forma
bivalente e trivalente. Il ferro
trivalente, che si trova nel siero
del sangue, é trasportato e ceduto
alle cellule che ne hanno bisogno da
una proteina la cui molecola può
avvalersi di due atomi di ferro.
Questa proteina sintetizzata dal
fegato é una glicoproteina del
gruppo delle beta-globuline e si
chiama transferrina. Essa impedisce
che il ferro precipiti.
Le membrane dei globuli rossi
contengono dei recettori specifici
per il ferro. Ogni giovane globulo
rosso, chiamato reticulocita, può
accettare fino ad un milione di
atomi di ferro al minuto. La
transferrina gli fornisce il ferro
e, quando rientra nella
circolazione, si ricarica a contatto
con la ferritina, un’altra proteina
che assicura lo stoccaggio del ferro
nell’organismo. La ferritina accetta
il ferro sotto forma di aggregati;
una sua molecola può contenere fino
a 4.500 atomi di ferro trivalente,
che restano disponibili. Nel plasma
la ferritina é presente in quantità
minima, mentre é concentrata nel
midollo osseo, nel fegato, nel
cuore, nel pancreas, nei reni e
nella mucosa intestinale.
Nell’intestino la ferritina cattura
il ferro alimentare e trasforma il
ferro da bivalente in trivalente
attivo. Il ferro contenuto negli
alimenti é assorbito soprattutto nel
duodeno.
Un individuo normale assorbe solo il
5-10% del ferro alimentare ed un
soggetto carente ne assorbe il 20%.
Il fabbisogno giornaliero di ferro é
variabile tra lo 0,5 e 1,5
milligrammi.
Questa dose si raggiunge con una
assunzione di ferro dieci volte
superiore e con l’aggiunta di
cobalto, di vitamina C, vitamina B6
o piridoxina che favoriscono
l’assorbimento del minerale.
Se manca il ferro non ci può essere
emoglobina; il sangue perde quella
particolare pigmentazione e viene
l’anemia. La carenza di ferro altera
l’aspetto fisico delle persone, la
pelle si avvizzisce ed invecchia
precocemente.
I sintomi da carenza di ferro sono:
mancanza di energia con conseguente
sensazione di stanchezza,
muscolatura debole, atrofia della
mucosa dello stomaco e della lingua
con senso di bruciore, inappetenza e
diarrea; pelle secca e squamosa,
solchi agli angoli della bocca,
difficoltà di deglutizione.
Si diventa nervosi e si notano
difficoltà di concentrazione, le
unghie diventano fragili e i capelli
s’indeboliscono e cadono.
Un curioso sintomo che si nota nei
bambini carenti di ferro é quello
della tendenza di mangiare la terra.
Non appena hanno un adeguato
reintegro di ferro questa tendenza
finisce.
Bisogna anche dire che la carenza di
ferro apporta una mancanza
d’appetito e si diventa più
recettivi alle infezioni.
Il ferro é necessario per respirare,
per pensare e per far battere il
cuore.
Una buona percentuale del ferro
presente nel sangue viene utilizzato
dal midollo osseo per la
fabbricazione dell’emoglobina e di
altri enzimi.
Il corpo umano contiene da 3 a 4 g
di ferro, di cui 2,5 g
nell’emoglobina e 1-2 g nei tessuti;
il siero ne contiene una piccola
quantità (0,08-0,17 mg %).
Il fabbisogno di ferro aumenta
durante la gravidanza gli altri
elementi necessari alla sua
assimilazione.
Se si deve ricorrere agli
integratori é consigliabile
assumere con il ferro anche:
vitamina C (acido ascorbico) in
proporzione di 2 g al giorno (1 g x
2 volte al giorno prima dei pasti);
Vitamina B12, la
Vitamina B6 da 40 mg, la
Vitamina B9 (acido
folico);
calcio in proporzione di 1000 mg al
giorno e una capsula di olio fegato
di merluzzo da 1 g per un periodo
limitato o sotto controllo medico.
Il ferro lo si trova nelle mandorle,
nelle noci, nelle nocciole, nel
frumento, nella cipolla, nella
carota, nel crescione, nel cavolo,
nella castagna, nella lattuga e
nelle altre verdure a foglie verdi,
nel germe di grano, nel prezzemolo,
negli spinaci, nei porri, nella
ciliegia, nella mela, nell’arancia,
nell’uva, nel polline, nel fegato e
nelle frattaglie in generale, nel
tuorlo d’uovo.
Come integratore naturale ‘’il
fegato essiccato’’ si trova in
capsule.
È utile
sapere che
Cucinare in pentole o padelle di
ferro accresce il contenuto di
questo minerale negli alimenti.
Il ferro inorganico e la vitamina E
si annullano a vicenda.
Se la dieta non è carente di ferro
ma lo è di vitamina B1
e B2,
lo stomaco non riuscirà a secernere
la quantità di acido cloridrico
necessaria a sciogliere il composto
a base di ferro e perciò
quest’ultimo non verrà assimilato.